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Con il secondo testo, Namjoshi si riappropria dell'io-donna soffocato dall'io-uomo attraverso la creazione del personaggio di Sycorax, a cui affida un'identità completa e ben delineata. Per questo motivo, Caliban diventa una donna omosessuale, la cui attrazione reciprocata per Miranda porta alla distruzione delle gerarchie patriarcali imposte dalla presenza di Prospero sull'isola. In Snapshots of Caliban, la scrittrice intende creare uno spazio tutto al femminile dove vivere liberamente la propria identità lesbica. Snapshots of Caliban e Sycorax sono entrambi riscritture di The Tempest di Shakespeare, sebbene il secondo costruisca ex-novo un personaggio citato solo marginalmente dal drammaturgo. Questa tesi analizza due lavori di Suniti Namjoshi, scrittrice lesbica e indiana della diaspora. I fattori che possono concorrere alla creazione dell'identità femminile, ossia il genere, l'orientamento sessuale, l'etnia di appartenenza, la condizione coloniale e il contesto culturale, rendono la riscrittura per un'autrice un vero e proprio atto di sopravvivenza.
Nel corso della storia della letteratura, l'io-donna è stato quasi sempre messo da parte in favore dell'io-uomo scrittore, narratore e personaggio, che ha imprigionato la scrittrice, narratrice e personaggio femminile nelle fitte maglie del patriarcato. Il processo di riscrittura di testi considerati canonici assume un significato preciso quando a riscrivere è una donna. The interest of this paper is to trace through reproductions of The Tempest the contours of the dialogue between Shakespeare and the colonial question, arguing that the Shakespearean theatre whatever its ideological complexities is not somehow above the historical and political conditions of its production. This paper, therefore, explores not so much the theory of New Historicism and British Cultural Materialism, but uses the assumptions of these two literary movements in favour of the view that Shakespeare's plays were instruments for the promotion of European culture, particularly its colonial aims at the start of empire building age. In so doing, they highlighted the view that great works of literature, Shakespeare's plays for instance, advocated dominant discourses of power and sustained existing political systems of their period.
New Historicists and their British counterparts, cultural materialists, viewed classical texts from Renaissance and romanticism in less favourable terms.
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